FUNZIONALITA' ED ESTETICA SI INTRECCIANO ARMONIOSAMENTE, COME FILI DI UN TESSUTO PREGIATO.

Il punto zero del nostro metodo è la ricerca continua di equilibrio tra le parti: i tre elementi di Vitruviana memoria (utilitas, firmitas e venustas) devono essere armonizzati nel modo migliore possibile.

Sintetizzando schematicamente e graficamente il principio vitruviano, ci piace l’idea di collocare i tre criteri del nostro agire – rispetto della funzione per cui nasce un progetto, sviluppo della sua forma plastica e caratteri della sua armonia estetica – sui lati di un triangolo equilatero, che da sempre rappresenta la perfezione; basti pensare al numero 3 presente in numerose tradizioni, da quella religiosa nella Santissima Trinità, a quella letteraria con per esempio la struttura della Divina Commedia di Dante. Quando uno dei tre criteri è preminente sull’altro, il risultato rischia di diventare conflittuale e di allontanare dalla risposta che diamo al committente dallo scopo per cui ognuno pensa alla propria “casa”: avere un posto dove è bello ritornare, vivere in un ambiente che contribuisce al raggiungimento della felicità.

Questa ambiziosa idea di architettura non può far altro che partire dai bisogni del committente, dalla storia degli spazi e dal loro contesto per poi lavorare, come in un vero e proprio laboratorio artigianale, per combinarli con i fattori concreti di un progetto, quali i vincoli economici, i regolamenti comunali ed ambientali e gli aspetti più materiali che il vivere nella collettività ci impone.

“L’ARCHITETTURA, QUELLA BELLA, QUELLA BUONA, PUÒ AIUTARE A RAGGIUNGERE LA FELICITÀ”.

Architettura e Felicità, di Alain de Botton